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La cicoria da foglie

Coltivazione della Cicoria da foglie, buone pratiche agricole in azienda

Famiglia: Asteracee o composite

Genere e specie: Cichorium intybus

Sommario

Generalità

Le cicorie sono degli ortaggi diffusi in tutte le regioni d’Italia, con varietà adatte sia al consumo estivo, sia al consumo invernale, pertanto è presente sul mercato in tutti i mesi dell’anno.

Quando e come coltivare la cicoria da foglie

Caratteri botanici e varietali

La cicoria da foglie è una specie biennale o perennante, con radice fittonante con funzione di riserva. Al primo anno si forma la rosetta fogliare, al secondo si forma lo scapofiorale. In coltura è considerata come annuale con semina primaverile-estiva e raccolt in autunno-inverno.

La radice della cicoria è fibrosa e fittonante, le foglie sono sessili e riunite a rosetta con un lembo intero, dentato o diviso, di colore verde chiaro o verde scuro. In primavera viene emesso lo capo fiorale che raggiunge 1,5mt circa,  molto ramificato con fioritura in maggio-giugno; i fiori sono ermafroditi e riuniti in capolini sessili o peduncolati di colore azzurro-violaceo. Il frutto è un achenio allungato di 2-3 mm.

Le differenze che esistono tra le cultivar sono basate sul colore e la morfologia delle foglie:

  • Cicorie a foglie verdi: comprendono varietà con foglie a lembo ampio, si raccolgono a completo sviluppo o si effettuano più tagli sfruttando così il facile ricaccio. Sono destinati al consumo freso.
  • Cicorie a foglie colorate: sono conosciuti più cominemente come radiccho rosso o variegato, vengono consumate prevalentemente  in autunno-inverno e le varietà coltivate prendono il nome dal luogo di provenienza (radicchio rosso di Treviso, di Verona, di Chioggia, Variegato di Castelfranco). Le differenze tra le varietà sono la forma delle foglie e la forma del cespo.

Cicorie da foglie e steli: sono le varietà “da cuore”, conosciute anche come cicorie Catalogne, sono raccolte in autunno-inverno con il cespo al massimo dello sviluppo

Esigenze pedologiche e climatiche

Le cicorie preferiscono terreni profondi, freschi e forniti di molta sostanza organica, ma si adatta anche a terreni pesanti, basta che siano ben drenati; il pH ottimale è compreso fra 6 e 7, la salinità deve essere bassa. Resiste bene al freddo anche se lunghe esposizioni a temperature sotto lo 0 possono portare la lessatura delle foglie; la temperatura minima per la germinazione è di 10°, ottimale tra i 20° e i 30°, la vernalizzazione e il fotoperiodo lungo portano all’induzione a fiore precoce.

Impianto e coltivazione

L’impianto avvine o per semina diretta o per trapianto:

  • Cicoria a foglie verdi: nelle cicorie a cespo grande la semina avviene o in primavera o in estate su file distanti 40-50 cm con l’utilizzo di 3-4 kg/Ha di seme, all’occorrenza si può effettuare il trapianto per i trapianti ritardati autunnali (su pacciamatura). Le varietà a cespo piccolo possono essere seminate a spaglio o con la seminatrice di precisione con l’utilizzo di 4-5 kg/Ha di seme. Nelle varietà che prevedono più tagli la semina viene effettuata su aiuole con l’utilizzo di 2 kg/1000 mq di seme interrandolo alla profondità di 1cm.
  • Cicoria a foglie colorate: la tecnica d’impianto è differente per ogni varietà, radicchi a medio sviluppo (rosso di Verona) possono essere seminati direttamente in campo all’inizo di luglio su aiuole di 1m x 0,40 m, utilizzando seminatrici a 4 file, diradando successivamente per ottentere 120.000 piante Ha con l’impiego di 3-4kg/ha di seme. Piante più vigorose (Rosso di Treviso) si seminano da metà giugno a metà luglio, con densità ridotte, 50cm tra le file e 25 cm lungo la fila, così da ottenere 60.000 – 80.000 piante per ha. Il radicchio rosso di Chioggia invece è trapiantato, la semina in vivaio avviene tra luglio e agosto. Il trapianto avviene circa 30 40 giorni dopo la semina in vivaio quando le piantine hanno 5-8 foglie. La densità colturale si aggira sulle 120.000 piante ha. Esistono varietà precocissime che si possono mettere a dimora in primavera in ambienti tendenzialmente freschi, ma i rischi di fioritura precoce sono alti.
  • Cicoria a foglie e steli: si ricorre spesso al trapianto nel periodo autunnale con distanze di 40 cm-50cm tra le file e 20 cm- 30cm lungo la fila.

La nutrizione e trattamenti nella coltivazione della cicoria da foglie

Concimazione

le asportazioni di K e Ca prevalgono su N, l’eccesso di N può risultare dannoso, favorendo i marciumi fogliari e compromette la colorazione rossa dei radicchi.

Una concimazione standard prevede 90 – 120 kg/ha di N, 60-100 kg/ha di P2O 150/180 kg’ha di K2O e 150 kg/Ha di CaO per una produzione stimata di 20 t – 30 t.

Con la coltura in atto l’azoto va frazionato in 2 interventi  e deve essere sospesa minimo un mese prima della raccolta per far fronte all’accumulo dei nitrati nelle foglie. L’utilizzo di binari N-K aiutano il giusto sviluppo della coltura.

Irrigazione

Le disponibilità idriche sono indispiendabili all’impianto e nelle prime fasi di crescita, l’irrigazione si effettua a pioggia o localizzata. Indicativamente i fabbisogni idrici sono di 1200-2000 m3 ettaro per ogni ciclo, quantità che varia in base alla fase fenologica in cui si trova la coltura e il ciclo, con fabbisogni maggiori nel ciclo primaverile-estivo.

Diserbo

Il diserbo può essere fatto sia meccanicamente con la sarchiatura all’inizio della coltura, o si può ricorrere all’utilizzo di film plastici o biodegradabili neri. La pratica più utilizzata è il diserbo chimico con molecole come:

  • glifosate o benfluralin in pre-semina o pre-trapianto
  • propizamide in pre o post trapianto
  • pendimentalin in pre-trapianto e non adatto alle semine
  • Ciclossidim, fluazifop-p-butile o acido pelargonico in post emergenza per il controllo delle graminacee.

Avversità e malattie e difesa fitosanitaria

La cicoria da foglie è una coltura erbacea che si presta a diverse modalità di consumo, sia fresca che cotta. Per ottenere una buona produzione e qualità, è importante proteggere le piante dagli attacchi di parassiti e malattie. Ora vedremo quali sono le principali avversità che possono colpire la cicoria da foglie in campo e come difenderla con metodi fitosanitari adeguati.

Le problematiche più rilevanti sono:

  • Alternaria: prodotti rameici
  • Peronospora: Bacillus amyloliquefaciens, prodotti rameici, metalaxil – M, fosetil alluminio, propamocarb, mandipropamid, dimetomorf, ametoctradina e azoxystrobin.
  • Oidio: zolfo, azoxystrobin, eugeniolo+geeraniolo+timolo, difenoconazolo.
  • Marciume basale da Scletorinia e Botrite: trichoderma, bacillus subtilis, eugeniolo+gereaniolo+timolo, fludioxonil+cyprodinil, boscalid+pyraclostrobin, azoxystrobin, bacillus amyloliquefaciens, fluoxapyroxad+difenoconazolo.
  • Ruggine: difenoconazolo
  • Antracnosi: prodotti rameici
  • Pythium: propamocarb+fosetil alluminio, trichoderma.
  • Afidi: Azadiractina, sali potassici di acidi grassi, lambda cialotrina, maltodesgtrina, spirotetramat, acetamiprid, deltametrina, estratto di piretro.
  • Tripidi: sali potassici di acidi grassi, acrinatrina, terpenoid blend QRD 460, etofenprox, formetanate, acetamiprid, azadiractina, deltametrina.
  • Nottue defogliatrici: Bacillus thuringensis, azadiractina, etofenprox, tebufenozide, clorantaniliprole, deltametrina, lambdacialotrina.
  • Miridi: etofenprox
  • Liriomyza: azadiractina
  • Elateridi: lambdacialotrina

 In Italia, la difesa fitosanitaria della cicoria da foglie si basa essenzialmente sul concetto di lotta integrata, che prevede l’utilizzo di prodotti chimici, di antagonisti biologici ma anche una buona rotazione colturale e la scelta di varietà resistenti o tolleranti

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