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La lattuga (insalata da cespo)

Coltivazione della lattuga (insalata da cespo) , buone pratiche agricole in azienda

Famiglia: Asteraceae

Genere e specie: Lactuca sativa L. 

Sommario

Quando e come coltivare la lattuga

La lattuga si può coltivare in campo aperto o in serra, a seconda del clima e della stagione.

In questo articolo vedremo quando e come coltivare la lattuga in campo, seguendo alcuni semplici consigli.

  1. Scegliere la varietà di lattuga più adatta al periodo di coltivazione.

Esistono diverse varietà di lattuga, che si differenziano per forma, colore e sapore delle foglie. Alcune varietà sono più resistenti al freddo o al caldo, altre sono più precoci o tardive. In generale, la lattuga è una pianta che ama le temperature fresche, tra i 7 e i 18 gradi, soffre il caldo eccessivo e gli sbalzi di temperatura, che possono provocare forti stress e portare la pianta ad una spigatura (montata a seme). Tra le varietà più diffuse di lattuga, troviamo la Romana, croccante e molto dolce, ha cespo lungo e stretto e foglie voluminose e carnose, di colore verde brillante e dai bordi ondulati; Canasta, che ha un cespo largo e compatto che si sviluppa a partire da un cuore chiaro e tenero. Le foglie sono carnose e consistenti, che diventano sempre più scure mano a mano che si allontanano dal centro; Cappuccio, ha una forma tipicamente rotonda, con foglie consistenti e ondulate con colorazione da verde chiaro a scuro, in alcuni casi rosso; Iceberg, con una forma rotonda, grossa, pesante con foglie chiare dal bordo frangiato ed estremamente croccanti.

  1. Preparare il terreno per il trapianto della lattuga.

La lattuga non è molto esigente in termini di terreno, ma preferisce un suolo sciolto, fertile e ben drenato. Prima di trapiantare la lattuga, è bene lavorare il terreno con mezzi ed attrezzi idonei per eliminare sassi, radici, erbe infestanti per creare un ambiente idoneo per ospitare le giovani piante. Inoltre, è utile arricchire il terreno con degli specifici organici pellettati di origine vegetale o animale. Il pH ideale del terreno per la lattuga è tra 6 e 6,8.

  1. Trapiantare la lattuga in campo.

Per il trapianto della lattuga vengono utilizzate trapiantatrici automatiche e possiamo utilizzare sia il cubetto che gli alveoli. Le piantine in cubetto hanno un sistema radicale già ramificato e sviluppato verso il basso, di conseguenza attecchiranno rapidamente al terreno e cresceranno forti e sane con meno possibilità di andare incontro a stress idrici e di ammalarsi.

  1. Rispettare le distanze tra le piante di lattuga.

Le distanze tra le piante di lattuga dipendono dalla scelta varietale e dal tipo di coltivazione ed attrezzatura aziendale. In generale è opportuno mantenere, tra le piante, una distanza di 20-30 cm e, tra le file, una distanza di 40 cm. Questo permette alle piante di avere lo spazio necessario per svilupparsi e di avere una buona circolazione dell’aria, che previene le malattie fungine.

  1. Irrigare regolarmente la lattuga.

L’irrigazione è fondamentale per la coltivazione della lattuga, che ha bisogno di un terreno costantemente umido ma non ristagnante. Si consiglia di irrigare spesso con un giusto apporto irriguo a seconda del terreno che abbiamo a disposizione.

Prevenzione nella coltivazione della lattuga

La coltivazione della lattuga richiede alcune accortezze per ottenere piante sane e produttive, soprattutto in campo aperto. In questo articolo vedremo quali sono le principali misure preventive da adottare per prevenire le malattie e i parassiti che possono danneggiare la lattuga.

La prevenzione nella coltivazione della lattuga in campo inizia dalla scelta della varietà più adatta al clima e al terreno della zona di coltivazione. Per questo motivo, è consigliabile scegliere varietà che siano naturalmente resistenti ad alcune patologie fungine (Bremia, Fusarium). Una rotazione colturale, con intervalli di almeno quattro anni tra due colture successive di lattuga è buona norma di prevenzione. Inoltre si suggerisce l’accurato allontanamento o interramento dei residui colturali, al fine di evitare la sopravvivenza del patogeno sui tessuti vegetali vivi che potrebbero rimanere nel terreno dopo la raccolta. Limitare il tasso d’umidità atmosferica a livello delle piante: densità d’impianto non eccessive (al massimo 9 piante/m2), coltivazione su prode alte, profondità di trapianto non elevata, accurato drenaggio del terreno. Un altro aspetto importante nella prevenzione delle malattie della lattuga è la corretta gestione delle irrigazioni e della concimazione. La lattuga ha bisogno di un’irrigazione frequente ma non eccessiva, che mantenga il terreno umido ma non ristagnante. Si consiglia di irrigare al mattino presto o nel tardo pomeriggio, evitando di bagnare le foglie per ridurre il rischio di infezioni fungine. Per quanto riguarda la concimazione, la lattuga richiede un apporto equilibrato di azoto, fosforo e potassio, oltre ai microelementi come boro, molibdeno, zinco e rame. Si possono utilizzare degli organici o misto-organici prima del trapianto, e anche integrare con la distribuzione di fertilizzanti organici o minerali durante il ciclo vegetativo.

Infine, per prevenire i parassiti che possono attaccare la lattuga, come afidi, nottue e tripidi, si possono adottare alcune pratiche agronomiche come: mantenere il campo pulito dalle erbe infestanti che possono ospitare gli insetti; pacciamare il terreno con materiale plastico  per impedire il contatto delle foglie con il suolo; favorire la biodiversità e la presenza di insetti utili che possono controllare i parassiti; utilizzare agrofarmaci solo dopo un attento monitoraggio dei parassiti, per capire l’effettiva soglia di intervento cioè conoscere la carica massima di fitofagi o di attacchi fungini che la coltura può tollerare senza avere un danno economico.

La difesa fitosanitaria della coltivazione della lattuga

La lattuga è una delle orticole più coltivate e consumate in Italia, grazie alla sua versatilità e alle sue proprietà nutritive. Tuttavia, la sua produzione è spesso minacciata da diverse malattie di natura fungina e batterica, che possono compromettere la qualità e la resa delle colture.

Per prevenire e contrastare queste avversità, è necessario adottare una strategia di difesa integrata, che combini l’uso di varietà resistenti, di pratiche agronomiche appropriate e di prodotti fitosanitari efficaci e sicuri.

Tra le malattie fungine più importanti della lattuga si possono citare:

– La peronospora (Bremia lactucae), che provoca macchie giallastre sulle foglie, seguite da muffa biancastra sulla pagina inferiore. Questa malattia è favorita da temperature fresche e umidità elevata, e può causare gravi perdite di produzione. Per prevenirla, si consiglia di scegliere varietà con un alto grado di resistenza alle diverse razze del patogeno, di evitare i trapianti precoci e i sesti di impianto troppo fitti, di irrigare con moderazione e di effettuare trattamenti preventivi con fungicidi specifici.

– La sclerotinia (Sclerotinia sclerotiorum, S. minor), che provoca il marciume del colletto e delle foglie basali, con la formazione di corpi neri detti sclerozi. Questa malattia è favorita da temperature miti e umidità elevata, e può persistere nel terreno per anni grazie agli sclerozi. Per prevenirla, si consiglia di praticare ampi avvicendamenti colturali, di eliminare le piante infette e i residui colturali, di evitare il ristagno idrico e di effettuare applicazioni con prodotti a base di micorrize, Trichoderma, batteri della rizosfera che stimolano la crescita radicale e la resistenza delle piante. Inoltre sia il Trichoderma che il Coniothyrium minitans possono controllare il patogeno.

– La botrite o muffa grigia (Botrytis cinerea), che provoca il marciume molle delle foglie basali e delle parti terminali delle foglie, con la formazione di muffa grigiastra. Questa malattia, favorita da temperature fresche e umidità elevata, può diffondersi rapidamente nelle colture. Per prevenirla, si consiglia di evitare le irrigazioni per aspersione che bagnano le piante, di eliminare le parti danneggiate e di effettuare trattamenti preventivi con prodotti biologici come il Bacillus subtilis o con agrofarmaci.

Tra le malattie batteriche più frequenti della lattuga si possono citare:

– Marciume batterico, causato dal batterio Pseudomonas cichorii, che penetra nelle piante attraverso le ferite o le lesioni causate da insetti o da operazioni colturali. Il sintomo più evidente è la comparsa di macchie acquose e traslucide sulle foglie, che poi diventano marroni e necrotiche. Le foglie colpite si incollano tra loro e si decompongono, emettendo un cattivo odore. Il marciume può estendersi anche al colletto e alle radici, provocando il collasso delle piante.

Per prevenire il marciume batterico è importante usare piantine sane e certificate, evitare le irrigazioni per aspersione, mantenere una buona aereazione tra le piante, eliminare le piante infette e i residui colturali, disinfettare gli attrezzi e praticare una rotazione di almeno tre anni con altre colture. Per il marciume possiamo usare sia una strategia di origine naturale come ad esempio il Bacillus amyloliquefaciens, o anche chimica come il rame.

– Maculatura batterica, provocata dal batterio Xanthomonas campestris pv. vitians, che infetta le piante attraverso le stomie o le ferite. I sintomi sono macchie circolari o irregolari di colore verde chiaro o giallo sulle foglie, circondate da un alone scuro. Le macchie possono ingrandirsi e fondersi tra loro, causando la perforazione delle foglie. Le foglie infette possono anche avvizzire e seccare.

Per prevenire la maculatura batterica è bene adottare le stesse misure preventive del marciume batterico, evitando, inoltre, di lavorare il terreno quando le piante sono bagnate ed usando semi sani e trattati con fungicidi. Per combattere il batterio possiamo usare sia una strategia di origine naturale come ad esempio il Bacillus amyloliquefaciens, o anche chimica come il rame.

Altre malattie batteriche

Oltre al marciume e alla maculatura batterica, la lattuga può essere attaccata da altri batteri patogeni, come Erwinia carotovora (marciume molle), Pseudomonas syringae (macchie nere), Agrobacterium tumefaciens (tumori) e Clavibacter michiganensis (cancro). Queste malattie sono meno frequenti e meno gravi della lattuga, ma possono comunque causare danni alle piante se non controllate in tempo.

Per prevenire queste malattie è utile seguire le stesse norme preventive delle altre malattie batteriche, con particolare attenzione alla scelta del terreno, alla concimazione equilibrata, all’irrigazione adeguata e alla rotazione delle colture. Per la lotta possiamo usare sia una strategia di origine naturale come ad esempio il Bacillus amyloliquefaciens, o anche chimica come il rame.

La nutrizione nella coltivazione

La lattuga ha bisogno di un terreno fertile, sciolto e ben drenato, con un pH compreso tra 6 e 6,8. Prima di trapiantare le piantine di lattuga, è bene preparare il terreno con una lavorazione profonda e un’aggiunta di sostanza organica. Questo favorirà lo sviluppo delle radici e l’assorbimento dei nutrienti.

La lattuga non è una pianta molto esigente dal punto di vista della concimazione, ma richiede comunque un apporto equilibrato di azoto (N), fosforo (P) e potassio (K), oltre ad altri elementi minori. L’azoto favorisce la crescita vegetativa e la formazione del cespo o delle foglie, ma se in eccesso può rendere la pianta più sensibile alle malattie fungine e agli attacchi di parassiti. Il fosforo stimola la radicazione, mentre il potassio migliora la qualità e la conservazione delle foglie.

Per quanto riguarda gli elementi nutritivi diversi dai macroelementi che più facilmente possono originare manifestazioni carenziali nelle insalate, questi sono:
– il calcio, la cui carenza si manifesta soprattutto con disseccamenti del margine fogliare (“leaf tip burn”). Questa fisiopatia si esprime in modo differenziato a seconda delle tipologie e delle varietà e si evidenzia in misura accentuata se nella foglia sono presenti valori alti di potassio e di azoto, a causa del loro antagonismo con il calcio;
– il manganese, il cui principale sintomo di carenza è un fine mosaico clorotico internervale. Inizialmente tutta la pianta assume una colorazione giallo-verdastra; poi, a partire dalle foglie più vecchie, le aree tra le nervature schiariscono, mentre le nervature rimangono verdi; in seguito le aree clorotiche degenerano con punteggiature brunastre necrotiche, specialmente nelle foglie vecchie e lungo i margini; le foglie delle varietà produttrici di antociani prendono una tonalità rossastra;
– il molibdeno, dalla cui ridotta disponibilità derivano clorosi e necrosi delle foglie ed un elevato tenore di nitrati nella lamina a causa di una organicazione dell’azoto limitata dalla molibdeno-carenza. Le piante in carenza di molibdeno risultano nanizzate, con un aspetto a rosetta; le foglie sono di colore giallo pallido e di forma ovale; se la carenza si protrae le foglie del cuore della lattuga risultano malformate, mentre le foglie mediane appaiono rugose; le foglie appassiscono, a partire da quelle laterali, con i tessuti che imbruniscono. Nelle foglie più vecchie si evidenziano macchie grigio-bluastre, di consistenza cartacea, che necrotizzano; questi sintomi possono diffondersi alle foglie più giovani, fino a fare morire l’apice vegetativo e l’intera pianta.

La concimazione della lattuga si può effettuare sia in pre trapianto che in copertura. In pre trapianto si può distribuire un concime organico o organo-minerale, con una dose di circa 10 – 15 q.li per ettaro. In copertura si può intervenire con concimi idrosolubili, da somministrare con le irrigazioni a goccia o a pioggia. La dose dipende dal tipo di concime e dalla fase di sviluppo della pianta, ma in generale si consiglia di non esagerare con l’utilizzo dell’azoto e di abbinarlo con il fosforo e il potassio per avere una pianta bilanciata.

Anche l’utilizzo di specifici biostimolanti – sostanze e/o microrganismi che applicati alla pianta o alla rizosfera stimolano i processi naturali che migliorano l’efficienza d’assorbimento e d’assimilazione dei nutrienti, la tolleranza a stress abiotici e la qualità del prodotto – possono aiutare ad ottenere produzioni di qualità.

L’irrigazione della lattuga è fondamentale per garantire una buona produzione e prevenire lo stress idrico. La lattuga ha infatti un’elevata traspirazione e un apparato radicale poco profondo, che la rendono vulnerabile alla siccità. L’irrigazione deve essere frequente ma moderata, evitando i ristagni d’acqua che possono favorire i marciumi radicali. Si può irrigare a goccia o a pioggia, a seconda del sistema disponibile e delle condizioni climatiche. L’acqua deve avere una giusta conducibilità elettrica e una buona qualità per non creare problemi ai peli radicali e logicamente alla pianta.

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