La lattuga (insalata da cespo)
Coltivazione della lattuga (insalata da cespo) , buone pratiche agricole in azienda
Famiglia: Asteraceae
Genere e specie: Lactuca sativa L.
Sommario
Quando e come coltivare la lattuga
La lattuga si può coltivare in campo aperto o in serra, a seconda del clima e della stagione.
In questo articolo vedremo quando e come coltivare la lattuga in campo, seguendo alcuni semplici consigli.
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Scegliere la varietà di lattuga più adatta al periodo di coltivazione.
Esistono diverse varietà di lattuga, che si differenziano per forma, colore e sapore delle foglie. Alcune varietà sono più resistenti al freddo o al caldo, altre sono più precoci o tardive. In generale, la lattuga è una pianta che ama le temperature fresche, tra i 7 e i 18 gradi, soffre il caldo eccessivo e gli sbalzi di temperatura, che possono provocare forti stress e portare la pianta ad una spigatura (montata a seme). Tra le varietà più diffuse di lattuga, troviamo la Romana, croccante e molto dolce, ha cespo lungo e stretto e foglie voluminose e carnose, di colore verde brillante e dai bordi ondulati; Canasta, che ha un cespo largo e compatto che si sviluppa a partire da un cuore chiaro e tenero. Le foglie sono carnose e consistenti, che diventano sempre più scure mano a mano che si allontanano dal centro; Cappuccio, ha una forma tipicamente rotonda, con foglie consistenti e ondulate con colorazione da verde chiaro a scuro, in alcuni casi rosso; Iceberg, con una forma rotonda, grossa, pesante con foglie chiare dal bordo frangiato ed estremamente croccanti.
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Preparare il terreno per il trapianto della lattuga.
La lattuga non è molto esigente in termini di terreno, ma preferisce un suolo sciolto, fertile e ben drenato. Prima di trapiantare la lattuga, è bene lavorare il terreno con mezzi ed attrezzi idonei per eliminare sassi, radici, erbe infestanti per creare un ambiente idoneo per ospitare le giovani piante. Inoltre, è utile arricchire il terreno con degli specifici organici pellettati di origine vegetale o animale. Il pH ideale del terreno per la lattuga è tra 6 e 6,8.
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Trapiantare la lattuga in campo.
Per il trapianto della lattuga vengono utilizzate trapiantatrici automatiche e possiamo utilizzare sia il cubetto che gli alveoli. Le piantine in cubetto hanno un sistema radicale già ramificato e sviluppato verso il basso, di conseguenza attecchiranno rapidamente al terreno e cresceranno forti e sane con meno possibilità di andare incontro a stress idrici e di ammalarsi.
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Rispettare le distanze tra le piante di lattuga.
Le distanze tra le piante di lattuga dipendono dalla scelta varietale e dal tipo di coltivazione ed attrezzatura aziendale. In generale è opportuno mantenere, tra le piante, una distanza di 20-30 cm e, tra le file, una distanza di 40 cm. Questo permette alle piante di avere lo spazio necessario per svilupparsi e di avere una buona circolazione dell’aria, che previene le malattie fungine.
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Irrigare regolarmente la lattuga.
L’irrigazione è fondamentale per la coltivazione della lattuga, che ha bisogno di un terreno costantemente umido ma non ristagnante. Si consiglia di irrigare spesso con un giusto apporto irriguo a seconda del terreno che abbiamo a disposizione.
Prevenzione nella coltivazione della lattuga
La coltivazione della lattuga richiede alcune accortezze per ottenere piante sane e produttive, soprattutto in campo aperto. In questo articolo vedremo quali sono le principali misure preventive da adottare per prevenire le malattie e i parassiti che possono danneggiare la lattuga.
La prevenzione nella coltivazione della lattuga in campo inizia dalla scelta della varietà più adatta al clima e al terreno della zona di coltivazione. Per questo motivo, è consigliabile scegliere varietà che siano naturalmente resistenti ad alcune patologie fungine (Bremia, Fusarium). Una rotazione colturale, con intervalli di almeno quattro anni tra due colture successive di lattuga è buona norma di prevenzione. Inoltre si suggerisce l’accurato allontanamento o interramento dei residui colturali, al fine di evitare la sopravvivenza del patogeno sui tessuti vegetali vivi che potrebbero rimanere nel terreno dopo la raccolta. Limitare il tasso d’umidità atmosferica a livello delle piante: densità d’impianto non eccessive (al massimo 9 piante/m2), coltivazione su prode alte, profondità di trapianto non elevata, accurato drenaggio del terreno. Un altro aspetto importante nella prevenzione delle malattie della lattuga è la corretta gestione delle irrigazioni e della concimazione. La lattuga ha bisogno di un’irrigazione frequente ma non eccessiva, che mantenga il terreno umido ma non ristagnante. Si consiglia di irrigare al mattino presto o nel tardo pomeriggio, evitando di bagnare le foglie per ridurre il rischio di infezioni fungine. Per quanto riguarda la concimazione, la lattuga richiede un apporto equilibrato di azoto, fosforo e potassio, oltre ai microelementi come boro, molibdeno, zinco e rame. Si possono utilizzare degli organici o misto-organici prima del trapianto, e anche integrare con la distribuzione di fertilizzanti organici o minerali durante il ciclo vegetativo.
Infine, per prevenire i parassiti che possono attaccare la lattuga, come afidi, nottue e tripidi, si possono adottare alcune pratiche agronomiche come: mantenere il campo pulito dalle erbe infestanti che possono ospitare gli insetti; pacciamare il terreno con materiale plastico per impedire il contatto delle foglie con il suolo; favorire la biodiversità e la presenza di insetti utili che possono controllare i parassiti; utilizzare agrofarmaci solo dopo un attento monitoraggio dei parassiti, per capire l’effettiva soglia di intervento cioè conoscere la carica massima di fitofagi o di attacchi fungini che la coltura può tollerare senza avere un danno economico.
La difesa fitosanitaria della coltivazione della lattuga
La lattuga è una delle orticole più coltivate e consumate in Italia, grazie alla sua versatilità e alle sue proprietà nutritive. Tuttavia, la sua produzione è spesso minacciata da diverse malattie di natura fungina e batterica, che possono compromettere la qualità e la resa delle colture.
Per prevenire e contrastare queste avversità, è necessario adottare una strategia di difesa integrata, che combini l’uso di varietà resistenti, di pratiche agronomiche appropriate e di prodotti fitosanitari efficaci e sicuri.
Tra le malattie fungine più importanti della lattuga si possono citare:
– La peronospora (Bremia lactucae), che provoca macchie giallastre sulle foglie, seguite da muffa biancastra sulla pagina inferiore. Questa malattia è favorita da temperature fresche e umidità elevata, e può causare gravi perdite di produzione. Per prevenirla, si consiglia di scegliere varietà con un alto grado di resistenza alle diverse razze del patogeno, di evitare i trapianti precoci e i sesti di impianto troppo fitti, di irrigare con moderazione e di effettuare trattamenti preventivi con fungicidi specifici.
– La sclerotinia (Sclerotinia sclerotiorum, S. minor), che provoca il marciume del colletto e delle foglie basali, con la formazione di corpi neri detti sclerozi. Questa malattia è favorita da temperature miti e umidità elevata, e può persistere nel terreno per anni grazie agli sclerozi. Per prevenirla, si consiglia di praticare ampi avvicendamenti colturali, di eliminare le piante infette e i residui colturali, di evitare il ristagno idrico e di effettuare applicazioni con prodotti a base di micorrize, Trichoderma, batteri della rizosfera che stimolano la crescita radicale e la resistenza delle piante. Inoltre sia il Trichoderma che il Coniothyrium minitans possono controllare il patogeno.
– La botrite o muffa grigia (Botrytis cinerea), che provoca il marciume molle delle foglie basali e delle parti terminali delle foglie, con la formazione di muffa grigiastra. Questa malattia, favorita da temperature fresche e umidità elevata, può diffondersi rapidamente nelle colture. Per prevenirla, si consiglia di evitare le irrigazioni per aspersione che bagnano le piante, di eliminare le parti danneggiate e di effettuare trattamenti preventivi con prodotti biologici come il Bacillus subtilis o con agrofarmaci.
Tra le malattie batteriche più frequenti della lattuga si possono citare:
– Marciume batterico, causato dal batterio Pseudomonas cichorii, che penetra nelle piante attraverso le ferite o le lesioni causate da insetti o da operazioni colturali. Il sintomo più evidente è la comparsa di macchie acquose e traslucide sulle foglie, che poi diventano marroni e necrotiche. Le foglie colpite si incollano tra loro e si decompongono, emettendo un cattivo odore. Il marciume può estendersi anche al colletto e alle radici, provocando il collasso delle piante.
Per prevenire il marciume batterico è importante usare piantine sane e certificate, evitare le irrigazioni per aspersione, mantenere una buona aereazione tra le piante, eliminare le piante infette e i residui colturali, disinfettare gli attrezzi e praticare una rotazione di almeno tre anni con altre colture. Per il marciume possiamo usare sia una strategia di origine naturale come ad esempio il Bacillus amyloliquefaciens, o anche chimica come il rame.
– Maculatura batterica, provocata dal batterio Xanthomonas campestris pv. vitians, che infetta le piante attraverso le stomie o le ferite. I sintomi sono macchie circolari o irregolari di colore verde chiaro o giallo sulle foglie, circondate da un alone scuro. Le macchie possono ingrandirsi e fondersi tra loro, causando la perforazione delle foglie. Le foglie infette possono anche avvizzire e seccare.
Per prevenire la maculatura batterica è bene adottare le stesse misure preventive del marciume batterico, evitando, inoltre, di lavorare il terreno quando le piante sono bagnate ed usando semi sani e trattati con fungicidi. Per combattere il batterio possiamo usare sia una strategia di origine naturale come ad esempio il Bacillus amyloliquefaciens, o anche chimica come il rame.
Altre malattie batteriche
Oltre al marciume e alla maculatura batterica, la lattuga può essere attaccata da altri batteri patogeni, come Erwinia carotovora (marciume molle), Pseudomonas syringae (macchie nere), Agrobacterium tumefaciens (tumori) e Clavibacter michiganensis (cancro). Queste malattie sono meno frequenti e meno gravi della lattuga, ma possono comunque causare danni alle piante se non controllate in tempo.
Per prevenire queste malattie è utile seguire le stesse norme preventive delle altre malattie batteriche, con particolare attenzione alla scelta del terreno, alla concimazione equilibrata, all’irrigazione adeguata e alla rotazione delle colture. Per la lotta possiamo usare sia una strategia di origine naturale come ad esempio il Bacillus amyloliquefaciens, o anche chimica come il rame.
La nutrizione nella coltivazione
La lattuga ha bisogno di un terreno fertile, sciolto e ben drenato, con un pH compreso tra 6 e 6,8. Prima di trapiantare le piantine di lattuga, è bene preparare il terreno con una lavorazione profonda e un’aggiunta di sostanza organica. Questo favorirà lo sviluppo delle radici e l’assorbimento dei nutrienti.
La lattuga non è una pianta molto esigente dal punto di vista della concimazione, ma richiede comunque un apporto equilibrato di azoto (N), fosforo (P) e potassio (K), oltre ad altri elementi minori. L’azoto favorisce la crescita vegetativa e la formazione del cespo o delle foglie, ma se in eccesso può rendere la pianta più sensibile alle malattie fungine e agli attacchi di parassiti. Il fosforo stimola la radicazione, mentre il potassio migliora la qualità e la conservazione delle foglie.
Per quanto riguarda gli elementi nutritivi diversi dai macroelementi che più facilmente possono originare manifestazioni carenziali nelle insalate, questi sono:
– il calcio, la cui carenza si manifesta soprattutto con disseccamenti del margine fogliare (“leaf tip burn”). Questa fisiopatia si esprime in modo differenziato a seconda delle tipologie e delle varietà e si evidenzia in misura accentuata se nella foglia sono presenti valori alti di potassio e di azoto, a causa del loro antagonismo con il calcio;
– il manganese, il cui principale sintomo di carenza è un fine mosaico clorotico internervale. Inizialmente tutta la pianta assume una colorazione giallo-verdastra; poi, a partire dalle foglie più vecchie, le aree tra le nervature schiariscono, mentre le nervature rimangono verdi; in seguito le aree clorotiche degenerano con punteggiature brunastre necrotiche, specialmente nelle foglie vecchie e lungo i margini; le foglie delle varietà produttrici di antociani prendono una tonalità rossastra;
– il molibdeno, dalla cui ridotta disponibilità derivano clorosi e necrosi delle foglie ed un elevato tenore di nitrati nella lamina a causa di una organicazione dell’azoto limitata dalla molibdeno-carenza. Le piante in carenza di molibdeno risultano nanizzate, con un aspetto a rosetta; le foglie sono di colore giallo pallido e di forma ovale; se la carenza si protrae le foglie del cuore della lattuga risultano malformate, mentre le foglie mediane appaiono rugose; le foglie appassiscono, a partire da quelle laterali, con i tessuti che imbruniscono. Nelle foglie più vecchie si evidenziano macchie grigio-bluastre, di consistenza cartacea, che necrotizzano; questi sintomi possono diffondersi alle foglie più giovani, fino a fare morire l’apice vegetativo e l’intera pianta.
La concimazione della lattuga si può effettuare sia in pre trapianto che in copertura. In pre trapianto si può distribuire un concime organico o organo-minerale, con una dose di circa 10 – 15 q.li per ettaro. In copertura si può intervenire con concimi idrosolubili, da somministrare con le irrigazioni a goccia o a pioggia. La dose dipende dal tipo di concime e dalla fase di sviluppo della pianta, ma in generale si consiglia di non esagerare con l’utilizzo dell’azoto e di abbinarlo con il fosforo e il potassio per avere una pianta bilanciata.
Anche l’utilizzo di specifici biostimolanti – sostanze e/o microrganismi che applicati alla pianta o alla rizosfera stimolano i processi naturali che migliorano l’efficienza d’assorbimento e d’assimilazione dei nutrienti, la tolleranza a stress abiotici e la qualità del prodotto – possono aiutare ad ottenere produzioni di qualità.
L’irrigazione della lattuga è fondamentale per garantire una buona produzione e prevenire lo stress idrico. La lattuga ha infatti un’elevata traspirazione e un apparato radicale poco profondo, che la rendono vulnerabile alla siccità. L’irrigazione deve essere frequente ma moderata, evitando i ristagni d’acqua che possono favorire i marciumi radicali. Si può irrigare a goccia o a pioggia, a seconda del sistema disponibile e delle condizioni climatiche. L’acqua deve avere una giusta conducibilità elettrica e una buona qualità per non creare problemi ai peli radicali e logicamente alla pianta.
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